Congresso del Gruppo UniCredit

COORDINAMENTO GRUPPO UNICREDIT

Congresso del Gruppo UniCredit
Riccione 10-11-12 novembre 2014

Il Congresso del Gruppo Unicredit e di tutte le società del Gruppo (di seguito Congresso), riunitosi a Riccione il 10-11-12/11/2014, ascoltata la relazione del Segretario uscente, a nome della segreteria, l’approva sia nella parte di analisi che nella parte di proposta.
Il Congresso esprime forti critiche verso le politiche che in questi ultimi anni hanno caratterizzato i vari governi che si sono succeduti. Pure in un contesto sistemico di crisi delle economie più avanzate, mentre in alcuni paesi sono state adottate misure che lasciano intravedere segni di ripresa, in Europa e, più in particolare, in Italia, gli indicatori macroeconomici continuano a mantenere un dato tendenziale decrescente,
specie per quanto riguarda la disoccupazione giovanile, che si attesta intorno al 45%; in pratica un giovane su due non trova lavoro.
Le politiche sin qui adottate, non solo non hanno prodotto risultati sul piano economico ma hanno contribuito ad aumentare le diseguaglianze e ad aggravare la disgregazione sociale tra i soggetti tutelati/non tutelati e stanno acuendo lo scontro generazionale.
Emblematico di queste politiche è il c.d. jobs-act che, a fronte della dichiarata finalità di arginare il fenomeno della precarietà, propone, tra l’altro, come concreta soluzione quella di abrogare l’art. 18 con conseguente eliminazione dei diritti di una fascia di lavoratori, millantando una sorta di contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, non meglio specificate, per tutti.
In questo contesto il Congresso respinge le accuse che in modo reiterato questo governo, in particolare, ha rivolto al Sindacato ritenendolo responsabile, da un lato di aver privilegiato una parte dei lavoratori a scapito di un’altra e contemporaneamente di aver ostacolato il necessario processo di ammodernamento delle politiche industriali.
Viceversa anche il Congresso coglie l’occasione per ribadire alcune proposte che l’organizzazione tutta, a partire dalla Confederazione, ha messo sul tavolo della discussione:
1. alleggerimento della pressione fiscale sul lavoro dipendente e sulle imprese, con contestuale lotta all’evasione;
2. adozione di misure in grado di sostenere investimenti pubblici e privati, unica ricetta per la crescita del PIL;
3. maggiore attenzione ai bisogni delle fasce più deboli e non tutelate.
Il Congresso ribadisce con forza che l’azione sindacale deve essere autonoma dalla politica.
Il Congresso ha fissato alcuni obiettivi politici ed organizzativi, quali:
• la rivisitazione del rapporto con i lavoratori per superare la crisi di rappresentanza che stiamo vivendo e che ci consenta di intercettare ed interpretare i bisogni del mondo del lavoro;
• il rafforzamento del rapporto con gli iscritti, specialmente con il contatto diretto con gli stessi, raggiungendoli con rapidità e frequenza, dedicando anche un maggiore spazio ad ogni evoluta tecnica di comunicazione;
• un sempre più frequente confronto diretto sia con gli iscritti che con i quadri sindacali a tutti i livelli, specie in occasione di accordi importanti;
• una collaborazione più stretta tra i territori e i Coordinamenti che consenta di raggiungere risultati in termini di crescita e visibilità. Collaborazione che sarà resa possibile con l’apporto dei coordinatori territoriali che dovranno fungere da collegamento tra le esigenze locali e la segreteria dell’OdC;
• il rafforzamento di iniziative di proselitismo con ulteriori incrementi organizzativi, in grado di contribuire allo sviluppo, sia professionale che numerico, della nostra Organizzazione. A tal proposito il Congresso accoglie con particolare soddisfazione la crescita organizzativa di alcuni territori, quali la Sicilia, il Friuli Venezia Giulia, il Veneto e la Lombardia.
Il Congresso ribadisce la propria contrarietà alle politiche di esternalizzazione e delocalizzazione intraprese dal Gruppo con il progetto Newton, operazioni nelle quali non si ritrovano finalità strategiche ma unicamente motivazioni legate alla necessità di contenimento dei costi, soprattutto quelli relativi al personale. Si ha l’impressione, in sostanza, che i lavoratori del Gruppo siano considerati soltanto un costo e non una risorsa per l’Azienda.
Il Congresso ribadisce la propria contrarietà alla cessione di un’Azienda che svolge un’attività strategica, quale la gestione dei crediti in sofferenza, come UCCMB, ritenendola una scelta non sostenuta da credibili motivazioni industriali. Nonostante ciò, se dovesse finalizzarsi la cessione, la Uilca si impegnerà nel mantenimento dell’area contrattuale, perseguendo l’obiettivo di conservare le tutele professionali e le garanzie occupazionali a tutti i lavoratori coinvolti.
Il Congresso esprime la propria soddisfazione per il positivo contributo dato dai componenti Uilca nelle Commissioni Bilaterali Formazione e Pari Opportunità apprezzandone i contenuti presentati in questa sede, con grandi competenze e professionalità.
Il Congresso invita la nuova segreteria al perseguimento di tutte le iniziative sindacali utili al rinnovo delle cariche di RLS e a sostenere l’introduzione delle RSU nel settore del credito.
Il Congresso, prendendo ulteriormente spunto da quanto sottoscritto nel protocollo 28/6/2014, in tema di welfare, sottolineando l’importanza dei capitoli riguardanti la previdenza complementare e l’assistenza sanitaria, sollecita e si pone al fianco della segreteria per sostenere le azioni positive sul benessere e la salute di tutti i lavoratori, a prescindere dal grado e dall’inquadramento. In particolare, su Unica, si richiede alla
segreteria di assumere le opportune iniziative al fine di correggere alcune criticità emerse nel corso del dibattito.
Il congresso esprime la propria preoccupazione per la riorganizzazione della rete partita con il progetto OPEN, che sta determinando forti criticità per i lavoratori coinvolti sia da un punto di vista gestionale che operativo. Nello specifico, i dirigenti RR.SS.AA. locali dovranno porre una maggiore attenzione alla dinamica delle singole unità produttive, affinché questo processo non determini un ulteriore peggioramento delle condizioni di lavoro. In particolare, ritiene che non sia più procrastinabile l’assenza di una Contrattazione Integrativa Aziendale e che si debba addivenire ad una conclusione della “trattativa inquadramenti” che ormai si trascina da circa quattro anni, tenendo fermi i nostri ragionamenti e le nostre proposte, in attuazione di quanto stabilito nel protocollo 28/6/2014.
Sulla partecipazione, il Congresso esprime soddisfazione per aver ottenuto, all’interno del citato protocollo, la condivisione, anche dell’Azienda, su questo tema tanto caro alla Uilca ed alla nostra Confederazione e, nel contempo, sollecita la segreteria a dare sostanza a quanto definito nell’Accordo.
Il Congresso, infine, consapevole delle difficoltà di questo momento di grandi trasformazioni organizzative e di implementazione di progetti industriali, augura un proficuo lavoro ai nuovi organismi ed alle nuove segreterie, nel precipuo interesse dei lavoratori che rappresentiamo.